"SOCIALISMO
TRICOLORE"
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15 febbraio 2005.
Gent.mo Generale Franzosi, soltanto di recente ho avuto la possibilita' di consultare le sue pagine web ed ho visto il rilievo che tanto cortesemente la sua rivista on-line ha creduto di potermi riservare.
Le sono molto grato per l'attenzione. Gli anni di "Rivista Militare" - quando assieme a lei stavo dietro come potevo alle nostre questioni di difesa - sono ormai lontani e il quadro generale non e' piu' quello.
Ma mi auguro che qualcosa della semina di allora sia rimasta.
Sono lieto di questo nuovo incontro e la saluto cordialmente,

Lelio Lagorio

Signor Ministro,

il ricordo del passato mi ha scosso con così robusto risveglio che mi ha riportato alla memoria il “1982 ANNO DEL GENERALE GIUSEPPE GARIBALDI”, il libro che Lei, col Generale Umberto Cappuzzo, mi fece preparare per commemorare l’eroe del quale molti ufficiali, per colpevole preparazione, “si vergognavano un poco”.

Fu una grande novità per molti, un germe per me e per tanti altri, tanto che risvegliò una profonda rivoluzione interiore della quale portiamo ancora il segno, perchè Garibaldi cambiò sostanzialmente gli ordini militari.
Rappresentò nei “due mondi” la vera originalità del pensiero militare italiano, della quale Lei ci ha insegnato ad essere fieri.

Oggi il nostro è un esercito di volontari, nel quale purtroppo si pensa sempre meno a Garibaldi. Se mi permette, vorrei pubblicare su INTERNET il discorso che Lei pronunciò il 15 aprile 1981 per la presentazione dell’anno del Generale Giuseppe Garibaldi.

Signor Ministro, La ricordiamo in molti, con la persistenza del passato nel presente; le Sue idee hanno avuto la potenza di sollevare uno strato storico, scatenando l’energia del vero spirito militare.

Pier Giorgio Franzosi

IL MUSEO “ESERCITO ITALIANO” E
I VENTI ANNI DI “COLLEZIONI F”

La Rivista “Collezioni f” è nata 20 anni fa con l’obiettivo fondamentale di organizzare l’auspicato “Museo Esercito Italiano”, in quanto l’Italia era ed è l’unico Paese in Europa a non possedere una memoria visiva della storia, complessiva e non per Arma, del proprio esercito.

L’esigenza era nata nell’atmosfera del “Socialismo tricolore”, nella riscoperta della nazione, fattore nuovo e necessario per non sprofondarsi nel vassallaggio alle superpotenze: Lelio Lagorio per primo facilitò il ripristino del raccordo interrottosi tra socialismo ed esercito, dopo Garibaldi e Mazzini.

Le origini dell’atto di nascita del Museo risalgono al novembre 1982, quando nell’aula magna della Scuola Sottufficiali Carabinieri di Firenze, il Ministro della Difesa Lelio Lagorio organizzò una assemblea nazionale per affrontare i temi dell’identità italiana, con una adunata che, per ironia della sorte, era stata intitolata “FORZA ITALIA!”, della quale sono stati pubblicati gli atti.

Nei primi Anni Ottanta, infatti, era emerso in Italia uno Stato capace con energia di esercitare un ruolo italiano nella politica internazionale, con un risveglio di valori che sembravano perduti o dispersi dopo la catastrofe della guerra.

Si parlò in quel tempo di “Socialismo Tricolore”, vista la considerazione che, tramite le molte iniziative del ministro della Difesa, i socialisti riservarono ai valori e agli ideali della tradizione risorgimentale e patriottica.

In questo quadro, il “Museo Esercito Italiano” avrebbe dovuto essere ospitato nella prestigiosa sede di Castel S.Angelo insieme al già esistente “Museo Nazionale Militare d’Arte”.

Eventi successivi, quali il cambio di Governo e dei vertici militari, causarono la fine del progetto, che già era in fase di preparazione con le cinque indimenticabili mostre “Militaria in Europa” tenute al Museo della Civiltà Romana, con grande successo di pubblico e di autorevoli consensi.

A causa della mancata disponibilità di Castel S.Angelo e dei fondi necessari, dovuti alla nuova classe dirigente che non riconobbe le promesse precedenti e rifiutò categoricamente il progetto del Museo, venne decisa dal sottoscritto, abbandonato solo in mezzo al guado, deluso ma non domo, la presentazione di un autonomo “Museo Virtuale” privato, con l’opera non retribuita di collezionisti volontari.

La costruzione del “Museo Virtuale” ora sta procedendo attraverso cinque siti INTERNET e il materiale raccolto è imponente: viene progressivamente messo in onda e continuamente aggiornato.

Pier Giorgio Franzosi


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