IL MUSEO ESERCITO ITALIANO E
I VENTI ANNI DI COLLEZIONI F
La Rivista Collezioni f è nata 20 anni fa con lobiettivo fondamentale di organizzare lauspicato Museo Esercito Italiano, in quanto lItalia era ed è lunico Paese in Europa a non possedere una memoria visiva della storia, complessiva e non per Arma, del proprio esercito.
Lesigenza era nata nellatmosfera del Socialismo tricolore, nella riscoperta della nazione, fattore nuovo e necessario per non sprofondarsi nel vassallaggio alle superpotenze: Lelio Lagorio per primo facilitò il ripristino del raccordo interrottosi tra socialismo ed esercito, dopo Garibaldi e Mazzini.
Le origini dellatto di nascita del Museo risalgono al novembre 1982, quando nellaula magna della Scuola Sottufficiali Carabinieri di Firenze, il Ministro della Difesa Lelio Lagorio organizzò una assemblea nazionale per affrontare i temi dellidentità italiana, con una adunata che, per ironia della sorte, era stata intitolata FORZA ITALIA!, della quale sono stati pubblicati gli atti.
Nei primi Anni Ottanta, infatti, era emerso in Italia uno Stato capace con energia di esercitare un ruolo italiano nella politica internazionale, con un risveglio di valori che sembravano perduti o dispersi dopo la catastrofe della guerra.
Si parlò in quel tempo di Socialismo Tricolore, vista la considerazione che, tramite le molte iniziative del ministro della Difesa, i socialisti riservarono ai valori e agli ideali della tradizione risorgimentale e patriottica.
In questo quadro, il Museo Esercito Italiano avrebbe dovuto essere ospitato nella prestigiosa sede di Castel S.Angelo insieme al già esistente Museo Nazionale Militare dArte.
Eventi successivi, quali il cambio di Governo e dei vertici militari, causarono la fine del progetto, che già era in fase di preparazione con le cinque indimenticabili mostre Militaria in Europa tenute al Museo della Civiltà Romana, con grande successo di pubblico e di autorevoli consensi.
A causa della mancata disponibilità di Castel S.Angelo e dei fondi necessari, dovuti alla nuova classe dirigente che non riconobbe le promesse precedenti e rifiutò categoricamente il progetto del Museo, venne decisa dal sottoscritto, abbandonato solo in mezzo al guado, deluso ma non domo, la presentazione di un autonomo Museo Virtuale privato, con lopera non retribuita di collezionisti volontari.
La costruzione del Museo Virtuale ora sta procedendo attraverso cinque siti INTERNET e il materiale raccolto è imponente: viene progressivamente messo in onda e continuamente aggiornato.
Pier Giorgio Franzosi
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