I tre disegni: stemma degli alpini, Brigata Alpina Julia e Brigata Alpina Cadore, sono della pittrice Ninni Verga
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OGGETTO: Alpini
Da:Luca Parazzini
Data: 19/marzo/2001
Non bisogna confondere Ministero e Associazione, che sono due cose ben diverse (per fortuna).
L'A.N.A. è un'associazione e il Consiglio Direttivo Nazionale viene eletto dall'Assemblea dei delegati, quindi dalla base e non dal Ministro (per fortuna).
Sono iscritto all'A.N.A. da sei anni (data del mio congedo) e ho partecipato alle adunate nazionali e a diversi raduni di sezioni e gruppi.
Ho conosciuto un mondo stupendo, nellassociazione, fatto di gente semplice e solidale, di alpini che operano silenziosamente ma con energia nella protezione civile, nellassistenza sociale, nella salvaguardia dellambiente.
Che la maggioranza degli alpini in congedo voglia labolizione della leva, ciò mi sembra affermazione di chi non vive e non frequenta le realtà alpine, ma riferisce cose per sentito dire.
Se per alpini si riferisce al Capo S.M.E., Franzosi ha ragione: il Capo S.M.E. ha ormai dato attuazione alla graduale soppressione degli alpini, grazie anche al voto di un Parlamento che ha violato, per scopi elettorali (voti delle mamme e dei diciottenni), la Costituzione, modificandola con una legge ordinaria.
Ma gli alpini (per fortuna) non sono il capo di S.M.E..
E allora provvidenziale ciò che scrive il Presidente A.N.A. nellultimo numero de LAlpino.
E bene infatti che chi si professa alpino ma non ha abbastanza coraggio per difendere i valori della leva obbligatoria, valori che emergono in maniera stupenda nelloperato degli alpini in congedo, si faccia da parte e lasci il posto a chi in questi valori crede non perché ha uno stipendio da ritirare alla fine del mese, ma semplicemente perché ha fatto la naja negli alpini.
Alpino Luca Parazzini
OGGETTO: 1° risposta "Alpini"
Da: www.collezioni-f.it
Data: 16/aprile/2001
Negli ultimi 15 giorni sono pervenute varie decine di lettere di associati all'ANA, alcune molto risentite, che sostengono che la maggioranza degli alpini è favorevole a mantenere in vita il servizio di leva e affermano che l'ANA è un'associazione indipendente dal Ministero della Difesa.
A questi alpini ricordo che la Legge 7 marzo 2001 n. 61 afferma che "il Ministro della Difesa provvede al sostegno delle attivita' di promozione sociale e di tutela degli associati svolte dalle associazioni combattentistiche ... mediante ripartizione di contributi per un importo complessivo di lire 4 miliardi".
Al Ministro della Difesa spetta per regolamento il controllo della attivita' svolta dalle associazioni combattentistiche.
Pier Giorgio Franzosi
OGGETTO: Alpini
Da: Gruppo A.N.A. Bareggio
Data: 21/marzo/2001
Il Consiglio del Gruppo Alpini di Bareggio, nella riunione del giorno 21 marzo 2001,
- preso atto delle dichiarazioni rese in questo Forum nei giorni 16 e 17 marzo u.s. dal signor Franzosi;
- considerato che dette dichiarazioni sono frutto di una posizione personale del signor Franzosi, che lo stesso estende alla maggioranza degli alpini, in modo superficiale e arbitrario;
- verificato che, allo stato attuale, la linea associativa condotta dal Consiglio Direttivo Nazionale dell'A.N.A. è espressione della assoluta pluralita' degli associati;
- constatato il tenore offensivo delle parole usate da detto signore nei confronti del nostro Presidente Nazionale;
si riserva
- di verificare se detto signor Franzosi risulti iscritto all'A.N.A. e risulti in regola con il pagamento del bollino annuale;
- di comunicare l'accaduto alla sede nazionale A.N.A. per l'adozione di idonei provvedimenti disciplinari.
Comunque, per quanto riguarda il dibattito sulla riforma dell'Esercito, il Consiglio suddetto ritiene di dover:
- dare piena approvazione e adesione alla linea associativa dell'A.N.A., che mai come in questi anni è diventata associazione combattiva e vitale, senza vincoli di subordinazione ministeriali, propri forse di certi ufficiali superiori;
- denunciare la violazione della Costituzione, da parte del Parlamento, che ha modificato la stessa con una legge ordinaria;
- esprimere solidarieta' al nostro Presidente Nazionale, impegnato da anni, nonostante qualche Franzosi, nella difesa dei nostri valori, che sono i valori della leva obbligatoria;
- sottolineare come gli alpini di leva hanno dimostrato, nella storia recente e meno, in ambito nazionale e internazionale, un entusiasmo e un'efficienza che anche l'esercito statunitense (di professionisti) ci invidia.
Il Consiglio del Gruppo A.N.A. di Bareggio.
OGGETTO: 2° risposta "Alpini"
Da: www.collezioni-f.it
Data: 16/aprile/2001
Riordinando le risposte degli alpini trovo un vero "pezzo raro" per collezionisti: l'ordine del giorno del Gruppo ANA di Bareggio.
Il Consiglio del Gruppo chiede alla sede nazionale ANA "l'adozione di idonei provvedimenti disciplinari" nei miei confronti, e altre amenita' quali "il mio pagamento del bollino annuale", la verifica della mia iscrizione all'ANA, ecc.
A questo punto bisogna tenere separate due realta' ben diverse che troppo spesso vengono confuse: l'ANA e il Corpo degli alpini
ANA vuol dire sfilare senza cappello, minacciare i parlamentari, circondare il Senato, ecc.
CORPO DEGLI ALPINI vuol dire disciplina, onore, senso dello Stato, ecc.
All'ANA sono iscritto dal 1957 e ora non approvo il comportamento del gruppo dirigente, che non ha stile per imporre la disciplina, l'ordine e il senso dello stato. Ne sono deluso.
Al Corpo degli alpini appartengo anche dal 1957, ho comandato reparti di tre Brigate alpine raggiungendo il grado di Generale di Divisione. Ne sono entusiasta.
Ora devo assistere alla comica di "provvedimenti disciplinari" proposti da uno sconosciuto gruppo di sottoposti che non ha nemmeno il coraggio di dichiarare il proprio nome e si nasconde nell'anonimato.
Chiedo le scuse formali pubbliche di tutti gli appartenenti al Consiglio del Gruppo ANA di Bareggio, firmate con il nome di ogni componente.
Chiedo anche alla sede centrale di ripristinare la disciplina e l'ordine in quel Gruppo, che si permette di svillanneggiare pubblicamente un ufficiale che non la pensa come loro.
Pier Giorgio Franzosi
OGGETTO: Alpini
Da: Cesare Lavizzari
Data: 20/marzo 2001
E' con estremo disappunto che ho letto quanto scrive Pier Giorgio Franzosi nei suoi interventi su questo Forum del 16 e 17 u.s. . Stupore e, lo confesso, anche una certa dose di rabbia se è vero, come mi pare di capire, che il soggetto è un generale in pensione dell'Esercito. Da un generale, infatti, il sottoscritto, semplice caporal maggiore degli Alpini, si sarebbe aspettato meno superficialita' e maggior rigore logico nell'affrontare questioni assai delicate quali la riforma in senso professionale dell'Esercito ed i rapporti tra Istituzioni Governative, Associazioni d'Arma e, comunque, cittadini. Ed invece debbo notare, con tristezza, che anche un generale in pensione (e dunque libero da quei vincoli di carriera), mostra, non solo di essere vittima della dominante demagogia, ma anche di avere una tale acredine nei confronti degli uomini liberi, quali sono certamente gli Alpini (ed a maggior ragione il loro Presidente), da sentirsi in diritto persino di mistificare la realta'. Ma veniamo al sodo. E' bene premettere, per evitare che, in seguito, si dica che la mia è una difesa di posizioni personali, che sono iscritto all'ANA dal novembre del 1989, non ricopro alcuna carica associativa, e sono, dunque, un semplice socio. Il Franzosi, nel suo intervento del 16 u.s. mette in dubbio che gli attuali vertici della Associazione Nazionale Alpini rappresentino l'effettiva volonta' della "base" e, per dare forza a tale tesi, con una tecnica espositiva un tantino stalinista, chiude il discorso con una vera e propria perla: "S?La maggioranza degli Alpini - dicono tutti - vuole abolire la leva. ...". Eh no! Una simile sciocchezza non puo' passare inosservata! Anzitutto: chi sono i "tutti" ai quali fa riferimento? Forse che conosce così bene i 370.000 soci ANA? E qui 100.000 che nel maggio dello scorso anno hanno sfilato a Brescia chiedendo, a gran voce, che il reclutamento obbligatorio non venisse abolito, come si giustificano? Ed ancora: quelle 4.000 persone che, con un preavviso di una sola decina di giorni, si sono recate a Roma davanti a Palazzo Madama, in un giorno lavorativo, con i loro vessilli sezionali e gagliardetti di Gruppo, per dare rappresentazione fisica al profondo dissenso dell'intera Associazione non solo verso un disegno di legge, ma anche con riferimento al "modus operandi" che ne ha determinato nascita ed approvazione? E si potrebbe continuare! Del resto è fin troppo facile osservare che lo stesso Franzosi cade in una contraddizione insanabile quando da un lato sostiene che il Presidente ANA rappresenta solo se' stesso e poi ne propone la rimozione forzata onde sbloccare una situazione che non esita a definire "esplosiva" (!?!). Ma se la situazione è esplosiva (il che con riguardo agli Alpini mi sembra, quantomeno, ingeneroso) significa che i soci ANA sono stretti attorno al loro Presidente e da lui si sentono ampiamente e perfettamente rappresentati. Temo, di contro, che un provvedimento di destituzione dei vertici ANA assunto d'imperio dal Ministro potrebbe portare ad una situazione veramente esplosiva: gli Alpini hanno nel loro DNA un elevato limite di sopportazione, ma guai a superarlo. E questo un generale, anche se in pensione, dovrebbe ben saperlo, così come dovrebbe sapere, se si intendesse anche solo un po' di strategia, che un simile atto d'imperio porterebbe ad effetti diametralmente opposti a quelli da lui sperati o previsti. Ma tant'è. Ma il Franzosi, che certo non si pone queste semplici domande, prosegue nel maldestro tentativo di dimostrare un postulato che non sta in piedi, con altre affermazioni non meno superficiali ed inveritiere di quelle precedenti.
Queste, in sintesi, le perle di saggezza:
- prova del fatto che gli Alpini non vogliono la leva risiede nel fatto che non ci sono volontari in ferma annuale;
- prova del fatto che gli Alpini non vogliono la leva sta nell'atteggiamento di voto assunto da parlamentari "amici degli Alpini" che, a dire del Franzosi, conoscono i loro elettori (sic!);
Da queste osservazioni il "nostro" torna a ribadire che il Presidente Nazionale ANA rappresenta solo se' stesso e che, dunque, deve essere rimosso. Bell'esempio di rigore logico nell'analisi socio - politica! Per quel che concerne la carenza dei VFA è fin troppo facile rispondere che gli Alpini che vogliono la leva sono quelli che la leva l'hanno gia' fatta, sono quelli che sanno cosa significa il termine naja perche' a quell'obbligo "costituzionale" hanno diligentemente adempiuto. Si sarebbe dovuto chiedere, semmai, come mai anche nelle zone di tipico reclutamento alpino i volontari scarseggiano. Questa sarebbe stata una domanda sensata, alla quale, tuttavia, il Franzosi avrebbe certamente risposto che in tale carenza vi sarebbe la prova dell'avversione della gioventu' per l'obbligo di leva. Anche in questo caso sarebbe agevole osservare che seppure gli italiani non hanno una particolare predilezione per gli obblighi in genere, cio' non giustifica affatto la cancellazione dei doveri cui ogni cittadino deve adempiere per potersi definire tale. L'obbligo di contribuzione fiscale appare sgradito, ma nessuno si sogna di abolire le imposte; l'obbligo scolastico non mi si venga a dire che è gradito agli studenti (i quali certo preferirebbero passare le loro giornate diversamente che a scuola o a casa a studiare) eppure si tenta di allungarne i tempi e cosi' via. Mi pare grottesco che ad un generale si debba ricordare che la valutazione della giustificatezza o meno dell'imposizione di un obbligo deve, anzitutto, passare dalla verifica dei benefici e del ritorno, anche in termini di valori e di attaccamento alle istituzioni, che tale obbligo procura alla comunita' nazionale. Il problema, dunque, è quello di verificare se l'obbligo di leva sia foriero per l'Italia e per la collettivita' di benefici, ed a tale domanda mi sento di rispondere che, se assolto in modo corretto (e, dunque, con una buona istruzione militare), certamente contribuisce a fornire cittadini migliori e piu' consapevoli di tale loro status. Il che sarebbe gia' di per se' sufficiente per mantenere la leva obbligatoria. Si osservi, inoltre, che anche la valutazione del gradimento di una qualunque imposizione deve essere effettuata "ex post": tutti comprendiamo, adesso dopo aver terminato gli studi, che l'istruzione è cosa importantissima e ringraziamo Dio, l'Italia e le nostre famiglie per averci obbligato a studiare. Allo stesso modo nella valutazione del gradimento è necessario tenere conto anche delle manchevolezze del sistema: è chiaro, infatti, che chi ha avuto la fortuna, come me, di essere arruolato in un reparto efficiente con ufficiali motivati, portera' con se' un ricordo splendido del periodo di naja ed avra' la sensazione di avere reso un servizio all'Italia (senza dire che non potra' non riconoscere di essere uscito arricchito da una simile esperienza). Diversamente chi ha avuto la sventura di finire in reparti scalcinati con ufficiali demotivati ed indolenti, avra' la sensazione di avere gettato il suo tempo alle ortiche, senza alcuno scopo reale. Se le cose stanno in questi termini, tuttavia, il problema non è quello di abolire la leva obbligatoria ma solo di migliorarla: se è vero che molti ospedali in questo Paese sono vergognosi, nessuno pensera' mai ad abolire la sanita', ma si tentera' di renderla efficiente.
Quanto, infine, all'ultima affermazione circa il voto dei parlamentari "amici degli Alpini" corre l'obbligo di ricordare al gen. Franzosi, che peraltro lo sa perfettamente, che questo gruppo di parlamentari si è autodefinito "amico degli alpini" e solo in corso di legislatura: quanto a dire che non sussiste alcun rapporto elettorale e che, dunque, gli Alpini non possono certo essere identificati come "elettori" di tali soggetti. Non vi è alcun vincolo tra i parlamentari Amici degli Alpini e gli Alpini. E, purtroppo, lo si è visto anche con riferimento all'atteggiamento di voto assunto in occasione di quella Legge che, oltre ad essere priva di copertura finanziaria, oltre ad essere in odore di incostituzionalita', avra' l'effetto sicuro di incidere negativamente su principi e valori che sono il fondamento del sentimento nazionale. Forse si vuole ignorare il fatto che in questo Paese (sino ad ora) solo i provvedimenti dal carattere esclusivamente "elettoralistico" (oltre naturalmente a quelli che aumentano privilegi ed emolumenti ai membri delle Camere) passano con l'unanime consenso dell'Aula (nel caso che ci occupa, alla Camera i voti contrari sono stati 13 ed al Senato solo 3!). Ma di cio' il generale Franzosi sembra non curarsi, teso com'è a chiedere la rimozione dei vertici associativi dell'ANA, per imperscrutabili ragioni. Mi sento, infine, in dovere di suggerire al gen. Franzosi di frequentare un po' la nostra famiglia, prima di diffondere giudizi che sono il contrario della realta'. Nella realta', infatti, l'entusiasmo degli alpini nel difendere valori e principi che ritengono fondamentali da uomini liberi quali sono, mostra senza dubbi di sorta che la "base" dell'ANA è certamente stretta attorno al suo Presidente e si sente da Lui perfettamente rappresentata. Viva l'Italia, viva gli Alpini e viva l'Associazione Nazionale Alpini.
alpino Cesare Lavizzari
OGGETTO: 3° risposta "Alpini"
Da: www.collezioni-f.it
Data: 21/marzo/2001
Una sola domanda al caporale appassionato Lavizzari:ammettiamo che la leva rimanga: cosa dira' quando le brigate alpine verranno escluse dalle forze di intervento europee e NATO? Questo è il futuro ANA. Aspetto la risposta.
Pier Giorgio Franzosi
OGGETTO: Alpini
Da: Cesare Lavizzari
Data: 22/marzo 2001
Ma il punto, caro Generale, non era affatto questo! Si dibatteva, se non erro, delle Sue affermazioni circa il fatto che gli Alpini non si riconoscerebbero nella linea mantenuta dai loro vertici associativi. Prendo atto, con una certa soddisfazione, che su tale questione non intende replicare, ma, non per questo mi sottraggo alla sua odierna domanda. Le dico subito che le due questioni, leva obbligatoria e forze di intervento NATO ONU o europee, non sono affatto incompatibili. Ne', peraltro, mi risulta che l'ANA si sia schierata su posizioni di netto rifiuto della componente professionale dell'Esercito. Per dirla con il gen. Luigi Federici (cfr. intervento al convegno tenutosi sul Lago d'Orta nel aprile del '99) meglio sarebbe mantenere una forte componente di leva, cui affidare compiti per così dire interni, affiancata da una componente professionale cui demandare gli impegni sovranazionali. E' quello, insomma, dell'esercito misto il modello cui gli Alpini aspirano. Del resto i recenti interventi legislativi in tema di obiezione di coscienza ridurranno talmente al lumicino il flusso dei volontari, che il modello di esercito misto dovra' essere adottato forzatamente. Ma questa è un'altra questione.
Nel ringraziarla per l'aggettivo "appassionato" che usa nei miei confronti le confesso che, effettivamente appassionato lo sono eccome. Le assicuro, pero', che prima di partire per la naja, nonostante le tradizioni militari della mia famiglia, non lo ero affatto! E' solo con il servizio militare (fatto bene e con la penna nera!) che è potuto germogliare il seme di quei tanti valori e principi che oggi sostanziano la mia esistenza. Le pare poco?
alpino Cesare Lavizzari
OGGETTO: 4° risposta "Alpini"
Da: www.collezioni-f.it
Data: 16/aprile/2001
A prescindere dalle lezioni gratuite che finalmente il caporale puo' pubblicamente impartire al generale, (secondo l'attuale andazzo ANA che insegna a togliersi il cappello nelle sfilate e a contestare il Senato per le strade), una sua frase mi ha colpito: "gli alpini che vogliono la leva sono quelli che la leva l'hanno gia' fatta". Questo coincide con la mia quarantennale conoscenza degli alpini, che da comandante ho sempre sentito recriminare contro la "naja", pur essendo soldati meravigliosi.
Ripeto: sono convinto che la maggioranza degli alpini sia profondamente contraria alla leva e che l'ANA abbia montato una messa in scena che nulla ha a che fare con il Corpo degli alpini.
Mai ANA e Corpo degli alpini si sono trovati cosiì dissociati: per questo motivo il gruppo dirigente dovrebbe essere subito rieletto e quel gruppo di pretoriani che lo sostiene disperso nell'ambiente.
E' evidente che lei, e altri che mi hanno scritto, non conoscete la vera disciplina del Corpo degli alpini, ma soltanto le favolette strappalacrime dell'ANA: e, per favore, cerchiamo di non insistere troppo sulla retorica della "protezione civile", perché gli alpini sono sempre stati dei soldati della montagna e tuttora sono dei soldati di un Corpo che fa protezione civile in silenzio e senza troppi sbandieramenti.
Pier Giorgio Franzosi
OGGETTO: Alpini
Da: Cesare Lavizzari
Data: 21/maggio 2001
Su segnalazione di un amico vengo a sapere, solo oggi, che Ella ha inteso rispondere al mio intervento (pubblicato sul Forum del gen. Caligaris il 22 marzo scorso), in data 16 aprile, ma in altro luogo.
Gesto non proprio elegante per una persona che imputa ad altri "...cadute di stile ..." (sic!).
Quanto al merito delle questioni credo di potermi limitare a sottolineare che ai quesiti ed alle osservazioni da me sollevate Ella non ha inteso dare alcuna risposta.
Una sola osservazione, ancora, mi preme: temo che la sua insofferenza attuale verso i vertici associativi derivi, non tanto dalle posizioni assunte, quanto dal fatto che la struttura associativa dell'ANA permette ad ogni socio di ricoprire qualunque carica (se ottiene i necessari voti assembleari) costringendo, dunque, anche i generali, ad osservare quelle regole di ordinaria disciplina che per tutta la vita hanno preteso venissero rispettate da altri.
E non creda che in me vi sia alcun sentimento di rivalsa nei confronti di chiccessia: preciso, infatti, di essere stato alle dipendenze di ottimi ufficiali con i quali (generale compreso) sono rimasto, poi, in rapporti di sincera stima ed amicizia.
Cesare Lavizzari
Caro Lavizzari,
la sua risposta "a pesci in faccia" di lunedì 21 maggio 2001 ore 17:08 mi e' molto piaciuta perche' ho ammirato il carattere deciso e la franchezza che lei ha dimostrato. Vorrei proporle se puo' curare il Forum "amici degli alpini" del mio sito, stimolando l'ANA a rispondere a 360° (escludendo le offese volgari), perche' io sono a potenzialita' limitata in quanto invalido. Sarei molto contento perche' apprezzo tantissimo le sue qualita' di carattere ed intellettuali.
Con i piu' cordiali saluti alpini,
Pier Giorgio Franzosi
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